Trincee Prima Guerra Mondiale

HANNO QUASI 100 ANNI LE FORTIFICAZIONI CAMPALI IN SPINA VERDE, anticipatrici della francese Linea Maginot.

Il Parco Spina Verde ospita, nei dintorni del Sasso di Cavallasca (m. 614 ), alcune opere di difesa della Grande Guerra.

E’ possibile infatti visitare il fortino di Monte Sasso, una struttura complessa con galleria centrale a U, utilizzata come deposito di armi e viveri o luogo di riposo per soldati.

Dalla galleria principale si diramano trincee e angusti camminamenti nella roccia. Vari i punti di osservazione, le piazzole da mortaio, le postazioni per mitragliatrice, fontane e vasche per l’acqua.

Gallerie come questa, semicircolare, o altre ad angolo retto, sono scavate in questo modo per minimizzare un eventuale fuoco di risposta verso le batterie.

Si tratta di strutture militari e strade costruite nell’ottica della guerra di allora, quella di trincea, che fanno parte della cosiddetta Linea Cadorna. E’ la linea di difesa della frontiera Nord, dalle Valli Ossolane fino allo Stelvio. Sul Lario è presente da Cavallasca al Pian di Spagna per circa70 km.

Il Generale Cadorna dispose la realizzazione di questa difensiva, ufficialmente OAFN (Occupazione Avanzata Frontiera Nord), tra il 1916 e il 1917, per contrastare una eventuale occupazione tedesca del Ticino, che avrebbe fatto ritirare l’esercito italiano verso sud fin oltre Milano.

Fu un lavoro ciclopico e faticoso che impegnò i militari dalle sei alle dodici ore giornaliere, sette giorni su sette, e nella quale i rischi di caduta massi e smottamenti erano innumerevoli. Secondo una relazione del Segretario generale per gli Affari Civili del 23 novembre 1916, i lavori per le opere al confine con la Svizzera occupavano in quel momento 35.000 operai borghesi, 1.000 soldati del Genio, Artiglieria e Milizia Territoriale.

Il fortino, collegato con quelli del Monte Bisbino, controllava Chiasso e i valichi minori. Era prevista l’occupazione immediata di Chiasso e Mendrisio in caso di allarme.

Ma l’allarme non arrivò mai.

Dopo Caporetto il fortino fu affidato ai reduci e in seguito smobilitato.


 

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